martedì 15 aprile 2008

Racconto - Il bagno

La prima volta che entra in bagno Anna è sola. Sente dall’altra parte del muro un rumore. Lo sente perché in quel momento non c’è nessuno con lei, né altre detenute né guardie. Ascolta piccoli rumori nei bagni confinanti. Clac, la tavoletta del vaso che si alza, o si abbassa; pssh pssh, la pipì della vicina di gabinetto; trun trun, glo glo, glo glo, l’altra tira lo sciacquone, l’acqua scende; zzh, zzh, la cerniera torna su (questo rumore lo ha immaginato, non è possibile sentirlo attraverso una parete); tac, apre la porta; stum stum stum st… cammina. Ora c’è silenzio. Anna esce, incrocerò la vicina di bagno, pensa. No, non c’è nessuno, eppure avrebbe dovuto essere ancora qui. Pochi giorni dopo, è ancora sola in bagno e sente gli stessi rumori. Non vede nessuno, non sono le vicine di bagno. Ci sono altri bagni? Chiede la sera alla compagna di stanza. No, ma i bagni comuni confinano con quelli della sezione maschile. L’unico muro di confine tra uomini e donne è quello dei bagni. Anna non dorme. Aspetta il momento nel quale tornerà in bagno, non capita spesso durante la giornata, di solito le detenute usano il vaso della cella. Immagina lo sconosciuto frequentatore del bagno confinante. Alla prima occasione è dentro, anche se non deve pisciare. Sta ferma e ascolta, ma i rumori vengono dai bagni delle donne e coprono quelli degli uomini. Ora c’è silenzio, ma di là dal muro non si sente nessun rumore. Il giorno dopo Anna non può andare, non sempre è consentito. Talvolta si va insieme ad altre detenute, a volte ci sono le guardie. Bastano pochi rumori per coprire i suoni che Anna vuole ascoltare. Anna non ha fretta, ma i giorni buoni sono davvero rari. Di notte apre gli occhi e pensa agli uomini di là dal muro. Di giorno apre gli orecchi e cerca di percepire più suoni possibile. Entra in bagno e non fa niente, se non ascoltare. Trattiene la pipì più a lungo che può, non vuol sprecare i pochi minuti a disposizione per urinare. La farò in cella, pensa Anna. Oggi c’è silenzio nel bagno della sezione femminile. Stum stum stum. Eccolo! pensa Anna trattenendo il fiato per non disturbare l’ascolto. Tac, cla, psh, cloc, trun, glo, zh, tac, trun, glo, stum. Ha ascoltato tutto. Ha visto l’uomo di là, se lo è immaginato. Il giorno dopo è ancora lì, il giorno dopo ancora di nuovo lì, trattiene il fiato, appoggia l’orecchio al muro, prolunga la permanenza in bagno, ma non vuole esagerare, non vuole che qualcuno venga a sapere di queste visite. In due settimane ha sentito tre volte il rumore dell’uomo. In sei settimane otto. In due mesi quindici. E’ sempre lo stesso uomo, così è convinta lei. Non si sentono mai due uomini parlare in bagno, è poco frequentato. Alla tredicesima settimana Anna muove la mano, è indecisa, sta per sbattere il pugno contro la parete. Lo appoggia soltanto. Il giorno seguente trova di nuovo l’uomo, ormai ha imparato quali sono gli orari nei quali è più facile trovarlo. Così crede. Anna batte piano il pugno sulla parete, ascolta, strizza gli occhi, non succede nulla. Tre giorni dopo (di nuovo lui, pensa Anna) batte più forte, ripetutamente, accenna anche a un sussurro. Silenzio. Ormai ha capito, pensa Anna la notte stessa mentre non dorme, sarò più decisa. Dopo quattro giorni si ritrovano dalla parte opposta della stessa parete. Anna batte il pugno e sussurra, ehi! ps! ss! Tossicchia. Il giorno dopo: ps! ehi! oh! Dario ha sentito. Ascolta, non sa che cosa pensare. Esce, guarda nel bagno accanto. Si pone in ascolto, non respira. Rinuncia, va via. Il giorno dopo ancora: bum, ps! ehi! Guarda in alto, come se cercasse un buco attraverso il quale parlare, ben sapendo che non c’è. Tossicchia. Di là qualcuno tossicchia. E’ rumore di donna, pensa Dario. Ps! ehi! (anche lui). Il giorno dopo non si trovano, il giorno successivo ancora Dario si libera alla stessa ora. Vado in bagno, dice al collega. Apre la porta, la chiude, ascolta. Ps! ehi! eeehi! Iuuuù! Piano però, si vergogna. Fischietta, canticchia. Anche Anna fischietta, di là dal muro. Ciao, prova Dario. La donna civettuola lancia il sasso, poi aspetta che l’uomo si faccia avanti. Oppure è l’uomo che ci ha provato. Non si sa chi è partito prima, lui o lei? Ne discuteranno a lungo, se la cosa andrà avanti. Se non fosse per il muro. Ciao! Ciao! Mi senti? Poi arrivano dei rumori, qualcuno parla, è una voce di donna che deve essere entrata nel bagno di là. Il giorno dopo lei non può andare all’appuntamento, quello successivo lui non è di turno. Si ritrovano di nuovo. Ehi! Ps! Ciao! Si arriva al dunque rapidi, hanno meno timore i due. La settimana dopo: come ti chiami? Io sono Anna. E tu? Non te lo posso dire. Anna pensa, pensa, pensa. Sogna. Perché non lo può dire? Il giorno dopo. Dai, su, dimmelo, ti prego (senza neanche ciao, ne ps, né ehi: hanno poco tempo). Dario. Sono quattro mesi che Dario e Anna si frequentano. Fosse per lei andrebbe lì tutti i giorni, ma lui è una guardia e non tutti i giorni è al lavoro. Si salutano, parlano sempre a bassa voce, una manciata di secondi. Anna non fa l’amore da tre anni, da quando è dentro. Non chiede a Dario se è sposato o fidanzato: ha paura della risposta. Oggi le chiede di avvicinarsi al muro, di appoggiarsi contro di esso. Ci sei? Anch’io. Ti sto baciando. Zitta, non si parla mentre si bacia. Anna sorride. Dario ama Anna, Anna ama Dario. Sei bella. E’ un’affermazione, nessun uomo ha mai chiesto a una donna se è bella o no. Forse i ciechi? Si chiede Dario. Lui non ne ha mai conosciuti. Hai occhi bellissimi, le sussurra ad alta voce lei. Sono otto mesi che ci conosciamo. Cinque, corregge lui. Otto: io ti ascoltavo ben prima che ci parlassimo. E’ ora di fare l’amore, suggerisce lui. E come facciamo? Domanda lei, incredula. Ci siamo baciati tante volte, possiamo anche fare l’amore. Domani, oggi non abbiamo tempo, è ora di andare, ribatte Anna. Il giorno dopo, senza preamboli (non c’è tempo; il tempo è contro di loro; lo spazio forse no, lo spazio che li separa ha favorito il loro incontro, forse non si sarebbero amati se non avessero dovuto rimanere separati), lui spoglia lei, lei spoglia lui, con le parole sussurrate guidano le reciproche svestizioni. Indugiano a lungo come non hanno mai fatto, preferiscono correre il rischio di esser smascherati. Lui ha la mano sinistra appoggiata contro la parete, guarda lei attraverso di essa, si agita furioso il pisello. Anche lei si masturba: appoggia tutto il suo corpo nudo contro la parete, vuol farsi penetrare da dietro. Si descrivono a vicenda le proprie posizioni, mugolano a voce alta, non hanno più paura. Lo sperma di Dario finisce sul pavimento del bagno della sezione maschile, appoggiata alla parete del bagno della sezione femminile Anna urla. Il giorno dopo. Dario vuol conoscere Anna, posso venire a trovarti tutti i giorni, dice lui. No, non sarebbe più la stessa cosa. Dario vive fuori, per Anna c’è solo Dario di là dalla parete del bagno e la notte per non dormire. Dario insiste: forse ci piaceremo anche vedendoci. E poi? io sono sempre dentro, tu sarai sempre controllore, io sempre controllata, si altera Anna. Facciamo l’amore, facciamo l’amore davvero, prova Dario. E dove, vuoi venire in cella? Non capisci un cazzo (lei). Anna, è la prima volta che litighiamo (lui). Doveva succedere prima o poi, Dario, siamo una coppia, una coppia di là dal muro, ricorda Anna. Ora, è tardi, ci vediamo domani (Dario). Domani, sì, forse.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Incredibile..E' quello che è capitato a me in Autogrill. Ho percorso per otto mesi la tratta Avellino Est-Benevento per intrattenermi con Magda nei bagni, io in quello degli uomini e lei in quello delle donne. Dopo otto mesi ho scoperto che Magda era la cassiera del bar: aveva ottantaquattro anni e un occhio di vetro, che si toglieva tutte le volte che andava in bagno per paura che le scivolasse nel water.

Homo Incredulum

Anonimo ha detto...

Homo incredulum, detto Homo Vulgaris: Come al solito rovini sempre tutto. Il racconto di silvidulivo è poesia.
Viola

Anonimo ha detto...

Viola...donna di facili emozioni

HV

Homo Faber ha detto...

Sono con Viola. Si può apprezzare o meno la prosa di silviodulivo, si può dubitare che sia proprio poesia, ma non è lecito liquidarla con una battuta. Chissà se questo Homo varians ci farà un giorno vedere di cosa è capace. Tornando al racconto, comincio a pensare che il nostro autore non sia poi tanto da disprezzare. Il suo stile è piuttosto grezzo, ma gli ingredienti del successo (sangue, sperma, escrementi, urina) ci sono tutti, con una certa capacità di farli percepire. Non lo perdiamo di vista.

Anonimo ha detto...

Si, sarà meglio non perderlo di vista... comincia a preoccupare.
Homo Faber..Homo Faber.. se vuoi prendere in giro Silvio e Viola fallo in maniera aperta e leale.

HV

Anonimo ha detto...

Devo confessare che spesso, non sempre, mi sento capita da Homo Faber, ed è una bella sensazione. Con Homo varians è come parlare al vento, lui scrive solo per se' stesso, gli altri non lo comprendono, ma lui prosegue ignorando la presenza dell'altro, come Don Chisciotte.
Non credo che H.F. voglia prenderci in giro, che senso avrebbe? Penso invece che sappia riconoscere le capacità di chi scrive col cuore e sa trasmettere emozioni.
Viola

Anonimo ha detto...

Ciascuno se la suona e se la canta come gli pare, ed in questo sei senza dubbio la migliore... però devi ammettere che se non fosse stato per me non avresti scoperto il nuovo idilio con Homo Faber.
Sono sempre i peggiori quelli che alla fine fanno girare il mondo...
HV

Anonimo ha detto...

Ci rifletterò...
Viola

Homo Faber ha detto...

Sembra proprio che HV stia perdendo la testa. Io non condivido l'entusiasmo di Viola per la prosa di silviodulivo perché secondo me il suo (di Silvio) stile è grezzo, ma sono d'accordo con lei quando ritiene che la battutina idiota non sia il giusto atteggiamento nei confronti di un tentativo letterario (riuscito o no). Che certe escrezioni siano particolarmente apprezzate nella letteratura attuale è risaputo, tanto più che sembrano gli elementi del successo di certi autori che quanto a stile non stanno meglio di Silvio. Quindi dicevo che può essere interessante osservare come Silvio riesce a procedere per questa strada.

Anonimo ha detto...

E' esattamente quello che ho detto...

HV