mercoledì 9 aprile 2008

Jelinek - La pianista

Perché ho comprato La pianista di Elfriede Jelinek? Forse perché ne è stato tratto un film, di cui si vede anche una foto in copertina? Non è da me! Non lo ricordo, ma talvolta si fanno scelte casuali azzeccatissime. E io sono proprio contento di aver letto questo libro (come al solito in questi casi: divorato) perché diverso da tutti quelli che ho letto, soprattutto da un punto di vista stilistico. etafore continue, eppure non le sopporto, io, le metafore. Cambi di registro stilistico. E poi sesso, e poi ancora: introspezione psicologica. E poi: violenza. E poi: comicità. E ancora: disperazione. E poi… (perché, perché l’ho comprato? Come ho scoperto la Jelinek?...)
La ricerca spasmodica e frustrante della vita e di un'identità sessuale, fra autolesionismo e voyerismo, spingono una quarantenne insegnante di pianoforte negli squallidi peep-show della periferia viennese, nei cinema a luci rosse o tra le siepi del Prater, prima di rientrare a casa, sotto le lenzuola del letto che condivide con la tirannica madre. Al centro della narrazione il tormentato rapporto di forza tra le due che trasformerà in catastrofe sadomasochistica il tentativo della donna di legarsi a un suo allievo. "La pianista" è il romanzo più conosciuto di Elfriede Jelinek, premio Nobel per la letteratura nel 2004. (bol.it)
"…I sentimenti dell’insegnante spirano in alto, una tiepida corrente ascendente. In realtà Kemmler non ha proprio nessuna voglia, ma deve, perché è questo che si vuole da lui. Stringe i ginocchi come uno scolaretto imbarazzato. La donna smania sulle sue cosce e implora pietà e ferocia. Come potremmo stare bene adesso! Fasci di carne sbattono sul pavimento. Erika Kohut pronuncia una dichiarazione d’amore che poi consiste in una elenco di noiose richieste, di patti ben congegnati, di accordi ripetutamente confermati. Kemmler non concede il proprio amore, non dice oplà tanto in fretta. Non è cosa che si concluda in quattro e quattr’otto, quella. Erika spiega fino a che punto è disposta a spingersi a queste o quelle condizioni e invece Kemmler progetta di fare al massimo un giro per il Rathauspark senza correre troppo. La prega: non oggi, la prossima settimana! Allora avrò più tempo. Vedendo che le sue preghiere non sortiscono alcun effetto, comincia a toccarsi di nascosto, ma in lui tutto rimane come morto. Questa donna lo trascina in uno spazio che lo risucchia, dove il suo arnese, sebbene molto richiesto, non mostra alcuna reazione. Kemmler tira, picchia, scuote istericamente. Lei non si è ancora accorta di nulla e si scaglia su di lui come una slavina d’amore. Comincia già a singhiozzare, ritratta alcune delle cose appena dette e in cambio ne promette altre migliori. Si sente infine liberata! Senza alcun entusiasmo Kemmler si gingilla col suo basso ventre, gira e rigira il pezzo da lavorare e lo batte con arnesi di ferro. Sprizzano scintille…" Oltre a La pianista (del 1983) la Jalinek ha scritto tra l’altro Le amanti 1975 La voglia 1985 Voracità 2005

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...sono contento per la Jalinek

Homo Vulgaris

Stranistranieri ha detto...

Ho visto il film, mi sembra che la protagonista fiosse la Isabelle Huppert, o mi sbaglio? Il film era molto forte, abbastanza da non essere dimenticato.

Anonimo ha detto...

Ho iniziato a leggerlo, lo stile di scrittura per me era troppo complicato, mi perdevo nelle descrizioni.
Peccato, perchè lo sfondo erotico m'incuriosiva parecchio.
Faby

Anonimo ha detto...

...sono sempre più contento per la Jalinek
Homo Vulgaris