domenica 4 maggio 2008

Yehoshua - L'amante

Ah, i romanzi a più voci! Mostrare la realtà da una prospettiva e poi da un'altra, raccontare un episodio e raccontarlo di nuovo venti pagine più avanti, mostrare la molteplicità dei punti vista, immedesimarsi ora in una vecchia, ora in un uomo, poi in un'adolescente. Le sfaccettature della vita e dei fatti. Che cosa c'è di meglio di un romanzo a più voci per raccontarle?
Ho smesso di leggere Yehoshua da qualche tempo: i suoi personaggi cominciavano ad annoiarmi. Non mi sembrano veri. Più che altro sembra che agiscano e pensino non come ritengono giusto ma come credono che debbano agire e pensare. Ricordo però L'amante come il miglior romanzo dell'autore israeliano e i personaggi da lui descritti i più simpatici della sua produzione letteraria.
(Il romanzo non ha niente a che fare con il film "L'amante" ambientato nell'Indocina degli anni '20; la trasposizione cinematografica è quella di Roberto Faenza, "L'amante preduto")
Chi lo potrebbe leggere.
Tutti: lettori abituali e occasionali, filoisraeliani e antisraeliani, giovani e meno giovani.
Sullo sfondo di una Haifa scossa dalla guerra del 1973, si dipana lo scenario de L'amante, il più sinceramente israeliano dei romanzi di Yehoshua. L'autore si affida alle voci dei suoi personaggi, ai loro sogni, ai ricordi, ai desideri, alle aspettative: sono le parole di Adam, agiato proprietario di una grande officina meccanica; le riflessioni della figlia Dafi, quindicenne insonne e ribelle; i sogni della moglie Asya, intellettuale precocemente ingrigita; gli stupori di Na'im, giovane operaio arabo; i vaneggiamenti della novantenne Vaduccia; e infine il resoconto stupefatto di Gabriel, l'amante scomparso. Mondi lontani, a dispetto dell'amore; voci tanto vicine quanto diverse siglano l'impossibilità di conoscere veramente chi ci vive accanto. (webster.it)

8 commenti:

daniela ha detto...

Avevo iniziato pochi giorni fa a leggere "Un divorzio tardivo" ma non sono riuscita ad andare avanti. Angosciante e dispersivo.

Homo Faber ha detto...

Forse era più giusto dire che questo romanzo non ha niente a che fare con quello dallo stesso titolo di Marguerite Duras ambientato ecc.
A parte questo, dove li trova silviodulivo questo autori? O io (e forse anche Daniela) sono rimasto indietro?

silviodulivo ha detto...

Eh sì, Homo Faber, l'avevamo già detto: viviamo in due epoche diverse. Hai mai letto qualche romanzo nel quale i mezzi di locomozione erano spinti da un motore a scoppio?
Daniela! Mi dispiace, prova con L'amante,se ne hai voglia, credo che andrà meglio.
Silvio

Anonimo ha detto...

Temo che l'Homo Faber sia rimasto indietro, così come Daniela, ma non rispetto alla locomotiva... sono rimasti indietro perchè "loro sono in tanti a scrivere e io sono uno a leggere" (Massimo Troisi ne "Le Vie del Signore sono finite")... è inevitabile! Provo a completare la domanda dell'Homo Faber, al quale mi sento stavolta istintivamente vicino (l'Homo Vulgaris non può essere che istintuale): ma che discussione pensa di aprire il Silvio D'Olivo?
Homo Vulgaris

Stranistranieri ha detto...

Prima ancora del film c'è lo spendido romanzo della Marguerite Duras "L'amante", estrapolato, circoscritto e rinarrato da "Una diga sul Pacifico", uno dei primi romanzi della scrittrice e per me uno dei più belli del novecento francese. Mi sembra che si trovi solo in qualche vecchia edizione.
"L'amante" di Yehshua non l'ho letto. Lo leggerò

silviodulivo ha detto...

Che discussione dovrei aprire, Homo Vulgaris? Nessuna. Quando ho parlato, ho parlato. Non si può aggiungere altro.
D'Olivo

Non sono sicuro che leggerò l'amante della Duras, intanto vorrei sapere dov'è finito l'ennesimo Bernhard che stavo leggendo
silviodulivo

Anonimo ha detto...

...e allora di che parliamo?
Homo Vulgaris

silviodulivo ha detto...

Scherzavo.
Parliamo del post appena pubblicato
Silvio