sabato 17 novembre 2007

Racconto - Un amore

Entro nell’ufficio di Giulio. Batte sulla tastiera, sorride. Cerco di sbirciare. Provo a prendere tempo, per spiare non visto. Lui alza la testa, mi saluta sottovoce. Arrossisco, forse. Chiedo. Risponde gentile. Mi fa cenno di sedere, dalla parte opposta della scrivania. Mi si tendono i muscoli del collo, mi tocco i capelli di scatto, più volte. Accavallo le gambe, metto il gomito sulla coscia, avvicino la mano alla bocca. Simulo tranquillità. Lui spalanca gli occhi, sorride, parla fluido. Non si dilunga, risponde in breve. Ci salutiamo così: accenno una stretta di mano, ma è un movimento minimo. Lui forse non se ne accorge, alza la mano e fa “ciao” come ai bambini. Ciao.

Lo vedo pochi minuti dopo in corridoio. Cammina diretto al bagno. Osservo l’andatura, guardo se le gambe camminano sulla stessa linea, se le natiche sono strette, se tiene il braccio lungo il fianco e la mano leggermente aperta verso l’esterno. Ascolto le parole dei colleghi. Cerco di carpire qualcosa: non parlano di lui. Lo vedo uscire di nuovo. Fingo distrazione. Mi giro a guardare, non c’è più. Mi rammarico per non averlo guardato ancora.

Scarico la posta, vedo il suo nome. Sento calore nel petto, forte. La pancia si contrae. Aspetto, prima di aprire la mail. La guardo tutta, distolgo lo sguardo per prendere fiato. Torno sulla lettera, la leggo d’un fiato. Dice, spiega, chiede. Aspetto a rispondere, indugio. Rileggo. Penso, rispondo. Leggo quello che ho scritto, controllo. Ancora una volta. Ancora un’altra. Scrivo l’indirizzo, scrivo l’oggetto. Rileggo. Invio.

Squilla il telefono. Pronto. Sì, certo, d’accordo. A dopo, ciao.

Entra, sorride, parlo. Parlo, parlo, parlo. Rido, molto. Anche lui. Un caffè, sì, grazie. Usciamo, camminiamo nel corridoio. Offro io. Beviamo. Parliamo, vicini. Gli sfioro il braccio, mi tocca l’altro. Ci guardiamo, per un attimo in silenzio. Rientriamo in ufficio. Proseguiamo nel lavoro, soli. Si fa tardi, è il momento del saluto. Mi alzo, giro attorno alla scrivania. Non parla quasi più, io mi fermo. Prolungo il silenzio, lo guardo. Allungo la mano sul suo viso, lo carezzo. Abbassa lo sguardo, piega appena la testa, rimane fermo. Con la mano lo prendo per la nuca, avvicino il mio corpo al suo, lui resta ancora fermo, appoggio le labbra sulla sua guancia, lui gira leggermente la testa verso la mia bocca. Appoggio con forza la mia bocca sulla sua. Ci incrociamo la lingua, metto una gamba in mezzo alle sue, allungo il braccio sinistro sul suo fianco, alzo subito la sua maglia, metto la mano sulla pelle della sua schiena. Ale, no. Prende fiato, non glielo permetto. Lo stringo, lo bacio. Sì. Mi prende lui per la testa. Mi alza la maglia, mi struscia la mano sulla pancia. Mi alzo. Mi tira giù a sedere. Si inginocchia. Appoggia la testa tra le gambe, gli passo la mano sui capelli. Mi sgancia la cinghia, mi agito, tira giù i pantaloni, deciso. Me li sfilo. Mi spoglio, anche lui. Siamo nudi, ci abbracciamo, in piedi. Mi stringe alla scrivania, passa le mani sul mio fianco, si aggancia alle natiche. Scende. Lo prende, lo tiene con la mano, lo guarda. Mi stringe, succhia. Veloce, lento, veloce. Lecca. Mi guarda, lo guarda. Forte, più forte. Vengo, lecca, chiude gli occhi.

Silenzio. Ci rivestiamo, lo accarezzo, mi bacia sulla guancia. Ci abbracciamo, ci lasciamo. Cammino nel corridoio verso l’uscita. Mi chiedo se mi sta ancora guardando. Arrivo alla porta, mi giro, lui fa “ciao” con la mano. Rido, felice. Ciao, Giulio.

12 commenti:

Unknown ha detto...

Un racconto tenero, senza pregiudizi. Bello.

Anonimo ha detto...

Il tuo racconto è davvero bello, intrigante e sensuale.
Bravissimo!
Viola

silviodulivo ha detto...

Sì, grazie, forse, siete sicure? E' uno dei miei primi, forse il primo, e quando mi rileggo dopo mesi, mmh...
Silvio

Unknown ha detto...

Si - si Silvio. Fidati!

Anonimo ha detto...

Concordo con Liz. Tu continua a scrivere, mi raccomando!
Viola

Anonimo ha detto...

Sempre molto intensi i tuoi racconti!
Blog davvero raffinato.

Anonimo ha detto...

Capisco.... i lunghi mesi passati in mare su una baleniera..... uomini, promiscuità, corpi nudi, lucidi, muscoli..... è facile innamorarsi, perdersi. Senza pregiudizi, senza limiti... Bel racconto Silvio, aiuta a sentirsi meno solo, bella scrittura, tutta in prima persona, senza pause. Chiunque si ami è bello vivere queste emozioni.
Ismaele

silviodulivo ha detto...

Prima o poi ti tradirai...
Silvio

Anonimo ha detto...

Secondo me - come ebbe a dire Lucio Battisti - NON é FRANCESCO... (il maschile è licenza poetica, che in questo blog è concessa).
Chiara

silviodulivo ha detto...

...e invece per me rimane l'indiziato numero uno!
Silvio

Anonimo ha detto...

Ma Fra non si sente solo... Ci sono io!
Chiara

Anonimo ha detto...

E' da un po'che ti seguo. Sono capitata sul tuo blog per caso. Ho trovato i tuoi racconti: belli, dolorosi e realistici.
Tornerò a trovarti.
Mira