martedì 4 dicembre 2007

Gli spilli (Un'amica che scrive ogni tanto)

Era andata più o meno così. Abitavamo in un’unica stanza a piano terra con il bagno ritagliato in un angolo e un fornello a gas con il frigo dietro a una tenda, un letto matrimoniale appoggiato alla parete davanti alla porta e di lato un armadio antico che sembrava in attesa di essere trasferito in un luogo più consono al suo stato. Una stufa a gas con le ruote era l’unica fonte di calore, ma il suo raggio di azione era limitato e così ce la portavamo dietro come un cucciolo di cane. La stanza aveva una sola finestra con una grata rugginosa che dava su un cortile, nel cortile si aprivano le porte di una sartoria. La finestra era accanto alla porta del bagno e noi appoggiavamo sul davanzale saponi e bagno schiuma, mollette e rasoi, allungavamo una mano e tutto era lì in quel metro quadro. Un pomeriggio, stavo mettendo ad asciugare un paio di mutande alla grata e la saponetta, che chissà perché tenevo in mano, è scivolata giù nel cortile. Era una saponetta rotonda, profumata ed era l’unica che avevamo. Sono uscita e sono entrata nel cancello accanto, ho percorso il corridoio fino in fondo, ho guardato sotto la finestra e l’ho vista viola sul pavimento polveroso. L’ho raccolta e mi sono punta, ho guardato bene ed era solcata da spilli. L’ho afferrata con due dita sul bordo e l’ho portata in casa. L’ho messa sul davanzale, mi sono seduta e ho aspettato che arrivasse lei. La mia amica era superstiziosa, la fortuna o la sfortuna risiedevano per lei in banali oggetti quotidiani: nella strada si voltava di scatto e se la targa della prima macchina che passava era pari, sarebbe andato bene l’esame, se era dispari faceva in modo di rimandarlo, se mangiava il petto di pollo, prendeva l’osso a forcella e lo lanciava in aria per sapere se nella pancia di sua cugina incinta ci fosse un maschio o una femmina, se nel parco, una civetta cantava la notte, una disgrazia era in agguato per noi o per un vicino. E cosi via. Perdeva tempo dietro a queste storie. Io e lei abitavamo insieme da qualche mese, tutte e due indaffarate fra una biblioteca e un’altra, lavoravamo come cameriere nei bar o nei ristoranti che ci chiamavano al bisogno e correvamo dietro al professore con cui facevamo la tesi perché era incontentabile, affamato di “fonti” e documenti originali, pronto a cancellare mesi del nostro lavoro per capricci storici senza pari.

Lei è entrata ed ha acceso la luce, mi ha chiesto che cosa facessi al buio seduta con le mani in mano, le ho indicato la finestra e le ho detto di guardare. Ha guardato, le ho chiesto di toccare il sapone, lo ha toccato e ha ritratto la mano perché si è punta.

- Che cosa è? – ha gridato

- Non so, l’ho trovata così sul davanzale.

Mi guardava sgomenta, rimanevo seria, rigirava la saponetta fra le mani, comprimevo il riso in fondo alla gola.

Si è seduta e ripeteva – non è possibile -. Io guardavo in su, guardavo in giù, ho chiesto - perché non è possibile, cosa? Non avevo voglia di raccontare lo scherzo, aspettavo che lei ridesse e allora anch’io avrei riso e invece ha detto di aver fatto un sogno la notte, e in quel sogno le mie mani piene di spilli sanguinavano e cercavano lei, la stringevano, la dipingevano di rosso, poi gli spilli volavano via e come lucciole si raggruppavano a sciame, tappezzavano il soffitto e lei rimaneva nuda sotto un cielo di spilli. Ho lanciato uno sguardo in alto e la stanza mi è sembrata più fredda di sempre, ho acceso la stufa sperando che la bombola fosse ancora piena, sono andata verso la finestra e ho guardato il cortile illuminato dalle luci della sartoria, ho visto due teste di donna abbassate sulle macchine da cucire, le ho chiesto se avesse fatto la spesa, ha risposto di no.

Un'amica che scrive ogni tanto

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh! Finalmente cominciano ad arrivare dei bei racconti su questo blog. Prima quello dell'Assia e ora questo dell'amica anonima.
Faby

Stranistranieri ha detto...

Grazie per il bel racconto, ma ci sono già le storie multistrato di Silvio. E sono belle!

Anonimo ha detto...

Allora sei te! L'ho letto volentieri, finalmente senza angoscia!
Faby

silviodulivo ha detto...

Ah ah, simpatica!
Silvio