sabato 15 dicembre 2007

Racconto - Natale ti amo natale ti odio

Entro in auto in via Gioberti, è tutta luminarie, lampadine, luci, lucine, insegne, addobbi, festoni, ghirlande, coccarde, palle, palline, mi si contrae l’intestino, i muscoli della pancia, devo comprare i regali, non posso sfuggire, pacchi, pacchetti, fiocchi, provo ad avventurarmi nella strada, meglio sarebbe dire, sono costretto dalla folla a entrarvi, perché, fosse per me, scapperei subito, è piena di gente, ci sono tante persone che conosco, gente mai vista, parenti, vecchi compagni di classe, vecchie amanti, amanti vecchie, amici, amiche, conoscenti, il fratellone, le zie, nonno Gino, gente famosa, scrittori, saramago, irvinewelsh, attori, gassmann, tomcruise, a quelli che mi stanno accanto dico, o vorrei dire, ma guarda, guarda un po’, tutte queste persone famose, in questa via, proprio qui, ma la gente, conosciuta o sconosciuta, non mi sta a sentire, è indifferente alle mie parole, al mio dolore, io glielo dico, sto soffrendo, non riesco ad uscire di qui, provo a scappare nella prima via laterale, il flusso mi respinge dentro, ora sono in auto, ma guido da dietro, sì, sono sul sedile posteriore e cerco di guidare, non arrivo al freno, all’acceleratore, la manopola del cambio è lunghissima, si piega tutta, mi rimane in mano, l’auto è incontrollabile, salgo sui marciapiedi, sbatto contro i pali, vorrei suonare il clacson, proseguo, mi ritrovo a piedi, mi guardo i piedi, ho dimenticato le scarpe, sono in ciabatte, tutti mi guarderanno ora, mi scherniranno, bisogna che vada via, torni indietro, che vergogna, ho un appuntamento, sono in ritardo, ho perso l’autobus, sono più delle nove, farò tardi a scuola, c’è l’esame, non ho studiato, ripeterò l’anno, dove sono gli appunti, non ho fatto la versione, devo copiarla, mai una volta che sia pronto, eppure pensavo di aver finito la scuola, invece no, eccomi nel corridoio, la maestra delle elementari, Matteo delle superiori, i miei colleghi di lavoro, tutti tranquilli, io preoccupato, quanta gente in questa strada, sembra di essere a Certaldo, dove sono i giocolieri, i trampolieri, gli sputafuoco, devo farmi largo, largo!, largo!, largo! urlo ma l’urlo rimane in gola, non riesco a sputar fuori niente, la lingua è incancrenita, i muscoli non si muovono, voglio correre, correre, correre, ma non ce la faccio, è pieno di cani, cani puzzolenti dei punkabbestia, perché li hanno fatti entrare questi schifosi, e a me non volevano far entrare con la mia cagnolina, vogliono mordermi, mi sono dietro, provo a correre, non ce la faccio, non riesco a tirar su le gambe, a sollevarle da terra, loro sono velocissimi, stanno per agguantarmi, dovrei saltare il cancello, come quella volta, qualcuno mi guarda, perché non mi aiutano, non hanno paura anche loro?, scivolo, sono in terra, oddio, mi sbraneranno, ancora non sono arrivati, nonostante siano così veloci, forza, mi tiro su con una mano, che fatica, però vado su tutto, sì, tutto, mi sollevo tutto da terra, sono sospeso in aria, staccato dal marciapiede, tra le gambe della gente, ora ce n’è poca, ma io mi alzo sempre di più, che sensazione, volo, distendo le braccia e volo, sono sopra di loro, continuano a guardarmi indifferenti, ma chi sa volare?, dovrebbero ammirarmi, vedo tutti dall’alto in basso, sotto di me i campi, gli ulivi, via la gente, via le luci, sorrido, è tutto buio, solo le stelle, rido felice, urlo al vento.

2 commenti:

Stranistranieri ha detto...

Non c'è niente che mi intristisca di più dei regali di natale. Fatti perchè se no che natale è, comprati fra il pigia pigia generale e le file per avere il pacchetto carino.Faccio regali tutto l'anno. Detesto anche il pranzo e non sopporto di fare la carina quando non me ne importa niente. Peggio per me,ho già eliminato dalle gioie fugaci della vita anche il natale il suo contorno.(mi sento un po' Loredana Bertè ieri sera alle invasioni barbariche)

Anonimo ha detto...

Questo non è male, complimenti. Mi sembra chiaro che con uno stile così martellante più corti sono meglio è.
H.F.