martedì 29 gennaio 2008

San Salvi/ 3

E’ vero che ci sono pochi libri, però non manca altro tipo di materiale. Negli anni ’60 l’ospedale psichiatrico Vincenzo Chiarugi (nome ufficiale dal 1924) pubblicava un notiziario sull’attività del manicomio: “settimanale di notizie e opinioni redatto dagli ospiti degli O.P. di Firenze”. Per esempio il n. 20 – anno II del novembre 1964 contiene:

I programmi TV della settimana.

"La voce della Campana” a cura di frà Din Don

Un articolo di un ospite del 4° Reparto Uomini “Perché non tutti i malati scrivono: una proposta”

Invito al disegno. Viene pubblicato un disegno a tema. “Per la prossima settimana provate a disegnare: Il lupo perde il pelo ma non il vizio”

Verbale della riunione del C.S.T. sui problemi quotidiani dell’ospedale

“Sottovoce alle signore” una proposta per cambiare “le vestaglie che ci fanno sembrare dei sacchi”

“Dietro le quinte” una nota sulla vita di comunità di un ospite del 4° Reparto uomini

“Fate da soli le lampade pallone”: istruzioni

Il racconto di una visita al cimitero

“Un premio a chi indovina: rubrica enigmistica”

Ogni anno è abitudine in questo ospedale celebrare il carnevale con una bella festa da ballo nel locale del cinema. A due di esse ho partecipato anch’io e posso dire che sono riuscite benissimo. Allegro l’ambiente, buona l’orchestrina e, quello che più conta per gli ospiti, fornitissimo il bar. Pasticceria e bibite a volontà per tutti. Ora io mi domando: la spesa da sostenere per la festa non è eccessiva, quindi perché in questo ospedale non viene celebrato con una festicciola simile anche San Silvestro?

Gli assistenti del 4° uomini riconoscono che il vitto delle ore 11 è discreto e mangiabile e su questo si sentono poche lamentele. Mentre quello della sera e cioè delle ore 5 tutti reclamano: quello che ci viene dato a desinare ci viene fatto scontare a cena. E allora chiediamo a codesta assistenza di intervenire , perché non si mangia bene una sola ma almeno due o tre volte al giorno. Non chiediamo questo per esigenza ma per assistenza, se siamo degli assistiti assisteteci nel miglior modo.

E così ci siamo soddisfatte nel rivedere dopo tanti anni le care tombe dei nostri genitori, fratelli, mariti e parenti.

Quello che rimane dietro le quinte è l’infermeria del reparto pilota: lì vediamo venti degenti consumare la colazione in piedi nella piccola stanza da bagno fra gomitate e spinte

Oggi ho scoperto:

fino agli anni ’70 perlomeno si praticava l’elettroshock (anche dopo?)

un signore (anni ’80?) usciva regolarmente per andare nel quartiere, al bar; era sempre tranquillo, quando era fuori; quando rientrava cominciava a correre lungo il viale urlando: “Sanità di merda! Bastardi! Assassini!”

2 commenti:

Stranistranieri ha detto...

Anche dopo e anche ora. L'elettroshock sembra che sia una pratica ancora in uso. Non so essere più precisa, ma lo so. E' interessante leggere anche Alda Merini "La pazza della porta accanto". Belle queste ricerche, ti porteranno tante idee.

silviodulivo ha detto...

Sì, è vero, non lo sapevo o l'avevo rimosso: l'elettroshock è ancora praticato da alcuni centri in Italia. Ed è stato inventato a Roma. A San Salvi si praticava almeno fino agli anni '70, dopo non so.
Silvio