martedì 8 gennaio 2008

Vecchi amori (di Homo Faber)

Che il lungo periodo di lontananza (separati per decisione unanime che non assecondava i loro desideri, ma era imputabile al comune riconoscimento della necessità di evadere da una situazione ormai divenuta insostenibile, forse più per gli altri che per essi stessi) non era servito a niente fu chiaro fra i presenti a tutti coloro che sorpresero il bagliore inusitato dei loro sguardi nell’incontro inatteso ancorché annunciato con l’accettazione formale dell’invito. E quando lui, che per niente al mondo sarebbe mancato nella memorabile celebrazione, le accarezzò la mano con gesto evocatore di ricordi che sospingevano in tempo in una precipitosa marcia a ritroso, lei fu pervasa da un flusso inestimabile di energia, tanto da sentirsi in grado di affrontare qualunque prova, perfino di spengere con unico sostenuto soffio le cento candeline della torta.

Homo Faber

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono lieta di rileggerti nel blog di silviodulivo.
Mi dispiace di sentire che il tema della morte e del tempo che passa, ricorre spesso nei tuoi scritti.
Viola

Anonimo ha detto...

Scusa non volevo dire "morte" ma vecchiaia...
Viola

Anonimo ha detto...

Quando la morte mi prenderà,
forse qualcuno protesterà
quando avrà letto nel testamento
ciò che gli lascio in eredità...
Non maleditemi, non serve a niente,
tanto all'inferno ci sarò già

Anonimo ha detto...

Forse Viola pensa di essere immortale e immune dalla vecchiaia... Oh Circe!!

Anonimo ha detto...

Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare,
l' odore quasi povero di roba da mangiare,
lo vedo nella luce che anch'io mi ricordo bene
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani.

Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina
aprire la persiana, tirare la tendina
e mentre sto fumando ancora un'altra sigaretta,
andar piano, in pantofole, verso il giorno che lo aspetta
e poi lo incontro ancora quando viene l'ora mia,
mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia:
"Buon giorno, professore. Come sta la sua signora?
E i gatti? E questo tempo che non si rimette ancora..."

Mi dice cento volte fra la rete dei giardini
di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso,
di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso...

Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
a tutti i volti visti dalla lampadina antica,
a quell'odore solito di polvere e di muffa,
a tutte le minestre riscaldate sulla stufa,
a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni secondo,
a come da quel posto si può mai vedere il mondo,
a un'esistenza andata in tanti giorni uguali e duri,
a come anche la storia sia passata fra quei muri...

Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
e i mille modi e i tempi, poi le possibilità,
le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità
e ancora mi domando se sia stato mai felice,
se un dubbio l'ebbe mai, se solo oggi si assopisce,
se un dubbio l' abbia avuto poche volte oppure spesso,
se è stato sufficiente sopravvivere a se stesso...

Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per niente se peggiore sia,
a conti fatti, la sua solitudine o la mia...

Diremo forse un giorno: "Ma se stava così bene..."
Avrà il marmo con l'angelo che spezza le catene
coi soldi risparmiati un po' perchè non si sa mai,
un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai" .
Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti:
"Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi parenti?"
E a poco a poco andrà via dalla nostra mente piena:
soltanto un'impressione che ricorderemo appena...

Anonimo ha detto...

Consiglio a tutti un divertentissimo libro: "Il povero Piero" di Achille Campanile"

silviodulivo ha detto...

Che fatica questo blog! Da quando non scrivo più io, non pubblico più racconti, sembra diventato più interessante. Tutti questi anonimi mi fanno impazzire.
- Quando la morte mi prenderà... che cos'è?
- Viola, ce l'hanno tutti con te, povera violina...
- La canzone che è stata scritta, "Il pensionato", è di Guccini, avrei voluto inserirla come sottofondo ma non l'ho trovata.
- IL POVERO PIERO, il libro di Achille Campanile. E' la storia di un funerale e la riflessione sulla morte. Il povero Piero sta morendo e i familiari cercano di rispettare le ultime volontà del defunto: dare la notizia ad esequie avvenute. Ma non è facile nascondere l'accaduto. Tuttavia nel pieno delle condoglianze, tra finzioni e trafugamenti di cadavere, di stanza in stanza, riappare il povero Piero. Non era morto, solo un caso di morte apparente. Ma nel bel mezzo del brindisi per festeggiare l'avvenimento muore veramente.
http://www.campanile.it/povero_piero/povero_piero.htm

Oddio, ora devo mettere delle cose sul teatro, che fatica...

Anonimo ha detto...

Quando la morte mi prenderà è ancora De Andrè, Silvio.
Già, questo blog si rivela sempre più appassionante. Lunga vita a silviodulivo, dunque, che ci dà l'occasione una volta tanto di camuffare le nostre identità, di stuzzicare l'altro e di sentirsi tutti un po' poeti!

Florentina

Anonimo ha detto...

Penso che Silvio potrebbe inserire un sondaggio per sapere chi preferisce Vecchi Amori, chi Il testamento, chi Il pensionato e chi Altri. Ma devo confessare che Viola è sempre la più pertinente.
H.F.

Anonimo ha detto...

Quante seghe!

Anonimo ha detto...

"Sei disposto anche prenderti
Birillo? Quella bestia la. Mangia un chilo di macinata al giorno e
tutte le mattine lo devi portare fuori a pisciare alle 5 senno' ti
inonda la casa. Poi c'e' la governante, tedesca, in uniforme,
severissima, tre anni di contratto. Vede caro architetto, Donatella
e'
affezionatissima alle bambine, le bambine sono affezionate a Birillo,
Birillo alla governante...e' una catena di affetti che ne io ne lei
possiamo spezzare. Chi si prende Donatella si prende tutto il blocco.
Ah, per le bambine, sono io che verrò a vederle a casa sua. Tutte le
settimane non so se potro', ma vedro' di organizzarmi."
Amici miei,
dopo diversi mesi di navigazione ho trovato una certa animazione e anche una certa "cattiveria" sul blog. Per continuare con il giochino direi che forse, per stemperare un poco l'atmosfera e "alleggerire" beccatevi questa citazione(anche per me il periodo di caccia non è stato facile, il cap. Achab non è quello che si dice una persona di compagnia, non è che scrive sul blog?).
Un saluto particolare a Florentina.
Ismaele

Anonimo ha detto...

Allora dopo la citazione di Ismaele io depongo le mie armi e dichiaro di amarlo incondizionatamente.

Florentina

Anonimo ha detto...

Per anonimo del 9 gennaio ore 13 e 30.
Non mi sento né immortale né immune alla vecchiaia. Certi argomenti m’infondono solo tristezza, mi sento più calata nella poesia del Leopardi…
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.....
Viola

silviodulivo ha detto...

Oh, è tornato Ismaele a tenere alto il livello delle interazioni e ad addolcire gli animi!
Silvio