venerdì 6 giugno 2008

San Salvi / 14

Sempre Francesca Arena trascrive nella sua tesi un dialogo tra dottore e malato. Il dialogo si trova in un vecchio manuale di psichiatria e dovrebbe essere essere esemplificativo di un caso tipico di amenza (confusione mentale)

Di dove siete?

Di Stia, proprio del Borgo, facevo lo spazzino.

Perché vanno (sic) portato al manicomio?

Sissignore, perché avevo male… poi picchiai un colpo nel capo e un dottore mi disse che avveo male al capo

State volentieri qua dentro?

Che vuole… non tanto… vedo tanta gente che non conosco…

E allora, che dobbiamo fare di voi?

Mi rimetto in lei, faccia lei, io avrei piacere che mi rimettessero fuori

Chi avete in casa per assistervi?

A casa ci ho una moglie, un figlio che si chiama Pietro, uno Beppe e una bambina malata

Che malattia ha la vostra bambina?

È un pezzo che è malata, volle andare in fabbrica, non mi ricordo, fra sì e no mi sento confuso

Da molto tempo vi sentite confuso?

E chi se ne rammenta?

Che luogo è questo?

Non so

Che luogo vi pare che sia?

Io non posso rispondere a queste cose perché non me ne intendo. Io posso dire… mi pare.. che vi sia delle belle vedute… ma non so considerare, non so fermarmi…

Cosa vi pare di queste persone?

Io? Messi qua e là… a me paiono… non stanno mai fermi, mi guardano su e giù, mi guardano male, pare che ce l’abbiano con me, su e giù mi hanno confuso.

Dormite bene la notte?

Poco

Perché?

Sento delle voci, sento che scaracchiano e sputano, sembra che dican di me

Conoscete Firenze?

Sì, ci sono stato, so che è una bella città e ci sto volentieri, ma qui no, il capo, mi vagella, tutta questa gente non istà mai… se lavorassi ci starei, un ospizio sì, non mi raccapezzo, sono tanti anni che manco da casa… bisogna domandarlo al municipio

7 commenti:

Stranistranieri ha detto...

Fa venire un po' i brividi per quelle strane ricordanze che ognuno in fondo in fondo ha dentro di sè. Pezzettini sommersi di chi riesce a non farli venire a galla.

Anonimo ha detto...

Sì, ma l'idea della lettera?

silviodulivo ha detto...

che lettera?

Anonimo ha detto...

...lettera morta, ho bell'è capito.

Stranistranieri ha detto...

Bisogna ritrovare qualcuno che è stato a S. Salvi e farci raccontare. Conoscevo un certo Gigi che stava all'AMIG, diversi anni fa, che andava in giro da solo ed era autonomo e "di fuori" ma non troppo,se metteva le scarpe doveva uscire perchè diceva - le ciabatte mi tengono qui ma le scarpe mi dicono di andare - Andrò in via del Poggiolino a cercarlo perchè mi sembra che lui fosse proprio un reduce di S.Salvi.
La lettera a chi?

Anonimo ha detto...

Agli Apostoli.

silviodulivo ha detto...

HV si sente incompreso. Della lettera, all'ing. Marroni, direttore generale dell'asl, riferirò nel prossimo post. Pazienza. Intanto vai a preparare il sugo.
I reduci di San Salvi non sono difficili da reperire. Prima di tutto la suora che è lì da decenni. Poi ci sono alcuni infermieri che lavorano all'asl. E poi ci sono gli "ospiti" che ancora potete trovare sui viali dell'ex manicomio