domenica 1 giugno 2008

San Salvi / 12

Sabato 10 maggio il Corriere della sera, nelle cronache fiorentine, ha pubblicato due paginate su San Salvi. Ho inviato una mail all’articolista. Non mi ha risposto, poi però ho trovato la mia lettera, tagliata (è normale) e modificata (un po’ troppo), con risposta di Wanda Lattes. Eccola qui sotto.
Non avevo scritto perché mi pubblicassero, ma perché speravo che approfondissero la visita. In particolare ribadisco lo stesso punto: non c’è un museo della memoria, non c’è un monumento, non c’è un servizio informativo, non c’è un archivio organizzato. Mi sembra che quasi nessuno pensi che questo sia importante (nell’indagine del Corriere se ne parlava solo in fondo ad uno degli articoli), compreso chi lavora a San Salvi. Perciò mi sento un po’ scemo.
Quanto al libro suggerito dalla giornalista: l’ho trovato sia in biblioteca di San Salvi (è sotto chiave proprio perché prezioso, ma consultabile) sia alla libreria Chiari. L’ho comprato, molte pagine sono attaccate tra loro quindi devo trovare il tempo per staccarle e leggerlo con calma. Sembra interessante.
Questo è quello che avevo scritto all’articolista Alessio Gaggioli. Buongiorno, sono un impiegato, lavoro all'asl a San Salvi. Ho appena letto gli articoli sull'ex manicomio. Sono contento che siate venuti a trovarci, spero che torniate presto. Ci sono molte cose da dire sulla città dentro la città. Volevo parlarle però di una: la memoria. Nell'articolo di Mauro Bonciani vi si accenna, si parla dell'assenza di un museo della memoria. Avete ragione: la memoria è affidata a se stessa. Non sono mai stato ad Auschwitz, ma immagino che vi sia un centro di documentazione, una catalogazione del materiale, visite guidate, un museo. Il piccolo lager che è stato San Salvi deve essere ricordato e bisogna far presto: più il tempo passa e più si perde la memoria. I matti di San Salvi hanno diritto ad essere ricordati. Si fanno monumenti dappertutto: loro non hanno diritto a un monumento? I loro nomi dovrebbero esser scolpiti sulla pietra, tutti. La compagnia teatrale Chille de la balanza organizzava interessanti percorsi guidati nel manicomio, ma di matti non si parlava quasi per nulla. La bibliotecaria Stefania Pini è molto brava, ma il materiale di cui dispone è davvero poco. Approfittando della vicinanza del mio ufficio alla biblioteca sono andato spesso a trovarla e a recuperare materiale. Ho raccontato di questa mini-ricerca ai miei quattro lettori sul mio blog ( http://silviodulivo.blogspot.com/search/label/San%20Salvi ). Mi manca solo da leggere una tesi, poi credo di aver già esaurito il materiale. Possibile? Non si possono consultare le cartelle cliniche, è chiaro, ma è possibile che non ci sia nessun servizio informativo, nessuna banca dati? Molte delle foto sono in possesso dei fratelli Alinari, ma credo che coprano solo periodi limitati della ultracentenaria storia di San Salvi. La asl ha organizzato un corso di scrittura creativa per i dipendenti, condotto da Enzo Fileno Carabba, al quale ho preso parte. E' stata fatta una raccolta di racconti, molti riguardavano San Salvi. Non sono stati stampati. Forse erano di mediocre qualità? Può darsi. O forse non interessava? Insomma, quello che voglio dire, se ha avuto la pazienza di leggere tutta questa tirata: la memoria si sta perdendo e nessuno ha intenzione di muoversi per tenerla viva.
Spero di leggere ancora qualcosa di San salvi sul Corriere. Cordiali saluti, Silvio D'Ulivo

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido e suggerisco a Silvio di riscrivere la lettera per inviarla direttamente al Sindaco, Leonardo Domenici, e all'assessore alle politiche culturali,Giovanni Gozzini. Potrebbe inviarla anche al Presidente della Regione, Claudio Martini, e all'assessore regionale alla cultura Paolo Cocchi. Naturalmente, la lettera va mandata anche alle redazioni dei giornali locali e a quelle regionali dei grandi quotidiani nazionali. L'importante è che non venga a saperlo Graziano Cioni, il vicesindaco, che potrebbe pensare di riaprire S.Salvi per metterci dentro barboni e lavavetri.
Finalmente una battaglia vera!

Stranistranieri ha detto...

Qualche vecchio familiare che ricorda e racconta, o qualche ex ospite che ti guida come Caronte nell'inferno delle palazzine di San Salvi. Qui ci vuole una storia.

silviodulivo ha detto...

HV ha dimenticato l'ingegner Marroni, direttore generale dell'asl (proprietaria degli edifici). Figuriamoci se posso guidare una battaglia simile.

Stranistranieri: un Virgilio si può anche trovare ma poi ci vuole un Dante che scriva...

Homo Faber ha detto...

La malattia di HV, che ho diagnosticato per ignavia (per quanto riguarda lo scrivere, ovviamente, per il resto ne so assai), è forse contagiosa? Adesso nemmeno il SDU si riconosce più come scrittore. Che Viola intervenga e gli ridia fiducia.

viola ha detto...

Non credo che silviodulivo abbia bisogno del mio sostegno per continuare a scrivere, lo fa già bene da solo.
Certo al suo posto io avrei già gettato la spugna, se non ci fossi io a scrivere qualcosa di carino, il poveretto avrebbe solo le vostre critiche.
Allora mi sento di gridare con tutto il fiato in gola"Bravo silviodulivo, continua a scrivere, pubblica qualcosa, fai uscire lo scrittore che è in te!"
Viola

Anonimo ha detto...

E mica ho chiesto al "poveretto" di sfidare a duello l'ingegner Marroni, noto spadaccino di Francia! Non so perchè L'Homo Faber mi attribuisce dell'ignavia, ma dal "poveretto" ne gronda.

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

silviodulivo ha detto...

Sì, parecchsno, prego