venerdì 30 maggio 2008

Alla ricerca dei nostri avi / 2

(seconda parte)

L’archivio dell’arcivescovado di Lucca è tra i più antichi al mondo. Molti documenti riguardano i longobardi di prima del Mille. All’orario di apertura entriamo insieme ad Andrea, l’esperto che ci ha aiutato nelle ricerche a Pescia e che si è offerto di darci una mano. Scopriamo che non lavora a Pescia ma è un libero professionista che fa ricerche per alcuni istituti di araldica e per privati. Ci siamo trasferiti a Lucca perché un Giovanni figlio di Piero d’Ulivo era della parrocchia di Boveglio, che fa parte della diocesi di Lucca. L’atmosfera è diversa rispetto all’archivio di stato di Pescia. Là avevamo trovato un archivista-muro e una signora-perfetta del gabinetto Viesseux in attesa del Professor Altisonante. Qua abbiamo due ragazze in infradito e una signora sorridente. Accanto a noi una laureanda consulta lunghissimi fogli secolari e trascrive sul computer i suoi appunti. Di fronte, un signore di mezza età con golf e cravatta cincischia col cellulare. E poi con Andrea siamo meno timorosi anche in questi luoghi. Anche lui: non si direbbe un animale da archivio. Jeans e scarpe da ginnastica, è un ragazzo alla mano. Me lo sarei immaginato come: precisino, pazientissimo, impostato. Invece s’arrabatta su quei documenti del ‘500 quasi fosse un gioco da bambini, s’arrabbia quando qualcosa non va per il verso giusto, la sua faccia cambia colore, suda, esulta per un certificato scovato in mezzo ad altre decine, stringendo i pugni come per un gol della propria squadra. Noi, più che altro, stiamo lì e guardiamo: il nostro aiuto diventa sempre meno prezioso. Non riusciamo a trovar nulla mentre lui trascrive tutti i dati relativi agli Olivo, Ulivo, Piero, Giovanni fino alla metà del secolo diciassettesimo. Che siano dei nostri avi o di rami collaterali non importa: ci ragionerà a posteriori. Non ci sono più i cognomi, si scrive solo in latino e la cosa si fa difficile. Andrea deve trovare più agganci possibile e più conferme possibili. Flavio prova a fermarlo: pausa caffè? Macché, vuol continuare. Alla fine cede e usciamo. (Lucca, una città quieta nella quale si può passeggiare in mezzo alla strada: da non credere). Riprendiamo. Finalmente! (forse). Certificato di battesimo: Olivo figlio di Vincenti figlio di Olivo. Chiamato così, probabilmente, perché nato la domenica delle palme. Tutto da verificare: ci vuole tempo e abilità, bisogna indagare risalendo indietro nel tempo ma anche scrutando i rami laterali alla ricerca di conferme o agganci. (E non ci sono solo le curie: potremmo aver bisogno degli archivi civili) Perciò torniamo a Pescia all’arcivescovado e, sempre guidati dall’ottimo Andrea, ci immergiamo nei fascicoli dei morti, anno per anno, tutti i D’Ulivo: ancora foto, appunti, schemi, ipotesi, calcoli, dubbi. La prossima settimana un altro appuntamento.

Ascendenze dirette:

  • Silvio (1969) e Flavio (1966)
  • Rodolfo (1939)
  • Mario Renato Giovanni(1906)
  • Candido Primo Giuseppe (1881)
  • Giovanni Emilio Eduardo (1836)
  • Candido Giovanni(1812)
  • Anton Francesco (1788)
  • Vincenzo (1748)
  • Piero (1715)
  • Giovanni (16..)
  • Piero (16..)
  • Ulivo?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Dobbiamo dirci la verità: a parte quelli cui è possibile richiedere direttamente la carta d’identità, non siamo venuti a capo di niente. La ricerca vive di suggestioni, infatti questo secondo post si sarebbe, molto più semplicemente, potuto risolvere in un : ”siamo andati all’archivio dell’arcivescovado di Lucca e non abbiamo trovato niente. Punto.”
Invece no… si continua con i diversivi, con ipotesi campate in aria, buone solo a suggestionare il lettore. Un esempio? Prendete un Olivo, uno qualsiasi, perché, tanto, sarà sicuramente figlio di un Giovanni, figlio a sua volta di un altro Olivo e via dicendo… messa così, la cosa, potrebbe solo richiamare alla mente quell’ “Apollo figlio di Apelle”, ma se insinuate che potrebbe essere nato la Domenica delle Palme allora cambia tutto! Avrete richiamato l’attenzione del lettore su di un particolare (inventato) che, senza alcun fondato motivo, si trasformerà in “indizio”. E così, di balle si balla. Non sappiamo nemmeno se quell’Olivo è nato di domenica o di martedì, ma non importa. L’importante è creare la suggestione. Che cosa farebbe pensare all’autore che proprio quell’Olivo, in una terra dove la metà degli uomini si chiamano Olivo, e l’altra metà Giovanni, debba il suo nome al fatto di essere nato la Domenica delle Palme?
Conosco solo due persone che sono nate la Domenica delle Palme, uno è Togliatti (26 marzo 1893) e fu chiamato “Palmiro” proprio per tale ragione, l’altro sono io, e non mi chiamo né Olivo né Palmiro.

p.s. per Homo Faber: come vedi ho accolto il tuo invito, ora continua tu perché sono in partenza.

viola ha detto...

Io credo che questa ricerca sia molto interessante,ognuno di noi dovrebbe conoscere le proprie origini,riappropriarsi del passato per metterlo a frutto nel presente. Naturalmente mi rivolgo a Homo Faber E Homo Vulgaris.
Viola

silviodulivo ha detto...

Qualsiasi cosa scriva si creano subito le fazioni: pro e contro. (Naturalmente io sto sempre con Viola e contro Homo Vulgaris). I fatti sono fatti: scripta manent (dal 1600 e anche prima). Quando faccio ipotesi scrivo che sono ipotesi. Verba (di Homo Vulgaris) volant.

Homo Faber ha detto...

Continuerò, come mi si chiede, dicendo che mia nonna si chiamava Palmira perché è nata la Domenica delle Palme del 1901.
Per Viola: anche se fosse vero che ognuno deve conoscere le proprie origini, non vedo perché io dovrei conoscere quelle di silviodulivo, né voglio riappropriarmi del suo passato. Secondo me sono fatti suoi.

silviodulivo ha detto...

Il blog si chiama silviodulivo, la sezione della quale il post fa parte si chiama "cose mie", è chiaro che sono fatti miei, nel senso che probabilmente interessano poco i lettori, se si guarda solo al contenuto. Io inserisco questi post sugli avi perché il blog è appunto un diario pubblico e perché forse a qualcuno potrebbe interessare cimentarsi in una ricerca simile e avere un'idea di che cosa lo attende (o comunque potrebbe esser curioso di conoscere l'ambiente delle ricerche geneaologiche/familiari/storiche)

viola ha detto...

Bravo silviodulivo! Sarebbe terapeutico anche per Homo Faber e Homo Vulgaris, cimentarsi in qualche ricerca del proprio passato,chissà cosa scoprirebbero!
Viola

Homo Faber ha detto...

Il personaggio di un romanzo dice: "Mia madre non la ricordo, mio padre non l'ho conosciuto; l'unico antenato di cui sono sicuro è Adamo." Io, come Homo Faber, ho per antenato l'Homo Erectus e prima chissà quali scimmioni. Credo che tenere presente questo sia più salutare che conoscere il nome di un trisavolo. La cosa più probabile è che i fratelli D'Ulivo si faccciano cuccare un po' di soldi dall'esperto in araldica che troverà loro un ascendente blasonato.
Scusate ma finché non torna HV le parti peggiori toccano a me.

viola ha detto...

Torna? Ma perchè dov'è andato?
Viola

Anonimo ha detto...

Lo "scripta manent", purtroppo, non può andare oltre lo stato di famiglia dei suoi nonni. Il resto è fumus.